FAQ Mobilità elettrica

La maggior parte delle vetture ha un sistema di navigazione integrato che permette di conoscere la posizione e la tipologia delle colonnine dando l’opportunità di pianificare i propri viaggi in tutta sicurezza. Esistono inoltre alcune applicazioni che è possibile scaricare sul proprio smartphone, attraverso di esse è possibile individuare e prenotare le colonnine nell’area più vicina, monitorare lo stato di ricarica e anche pagare direttamente il rifornimento.

Attualmente in Italia esistono oltre 20.000 punti di ricarica (installati soprattutto nel Centro Nord). La gran parte dei sistemi (oltre il 70%) è pubblico, mentre il restante è composto da impianti privati comunque aperti a tutti.

Sono invece circa 250.000 i punti di ricarica in Europa ma entro il 2030 è previsto un ingente incremento di questi che dovrebbero quindi raggiungere circa i 3 milioni di unità.

Si, è possibile affrontare qualsiasi tipo di viaggio programmando in anticipo le soste, la disponibilità di colonnine e il tempo di ricarica. Il navigatore ha memorizzato nel sistema le colonnine disponibili e organizza gli itinerari tenendo conto delle soste necessarie alla ricarica.

Sì, come per le auto tradizionali maggiore è la velocità di percorrenza, maggiore sarà il consumo di energia e in questo caso della batteria. In città però le auto elettriche consumano meno grazie al fatto che a ogni frenata, grazie a un sistema di recupero dell’energia, questa viene rimmagazzinata direttamente nella batteria.

Il ciclo di vita delle batterie di un’auto elettrica è molto lungo e varia in media tra i 10 e 12 anni, infatti anche dopo 200.000 o 300.000 chilometri mantengono dal 75 al 90% della loro capacità originaria. Ma il processo di decadimento è influenzato dal numero e dalle modalità di ricarica, dallo stile di guida, dalla temperatura e dalle condizioni climatiche a cui è sottoposta l’auto. Negli ultimi anni il costo per la sostituzione delle batterie è diminuito (è infatti possibile far sostituire anche solo alcune celle) e sono comunque coperte da garanzie aggiuntive e inserite nei programmi di manutenzione.

Uno dei principali vantaggi delle auto elettriche è la libera circolazione. Infatti con le auto a zero emissioni si evitano i blocchi del traffico e, a seconda del Comune di appartenenza, è possibile trovare parcheggi dedicati, sosta gratuita sulle strisce blu e libero accesso alle zone a traffico limitato. In 18 regioni il bollo è gratuito per 5 anni e in altre, come per esempio in Lombardia, risulta sempre non a pagamento.

I listini delle auto elettriche partono da cifre più elevate rispetto ad un’auto tradizionale ma gli incentivi, le esenzioni, come ad esempio il bollo, o il costo del rifornimento permettono una drastica riduzione dei costi, specialmente a medio e lungo termine.

Sono previsti per tutto il 2021 gli ecobonus per i veicoli con emissioni di CO2 WLTP compresa fra 0-66 g/km. L’ammontare dell’ecobonus sull’acquisto di auto totalmente elettriche (a zero emissioni) è di € 10.000 con rottamazione (veicoli con una classe inferiore ad Euro 6 e immatricolati prima del 1 Gennaio 2011) e € 6.000 senza rottamazione.

Ogni nuova auto elettrica è una sorta di vetrina per chi la produce. Così spesso è possibile trovarvi equipaggiamenti di alto livello come i controlli vocali o gestuali, oppure interni particolarmente spaziosi, sia per i passeggeri anteriori che per quelli posteriori. Questi sono spesso dotati di grandi schermi per l’intrattenimento e postazioni per la ricarica wireless dei dispositivi, anche sui singoli sedili, senza dimenticare la connessione internet a bordo.

Come su qualsiasi auto, anche quando si è a bordo di un'auto elettrica la gabbia di Faraday protegge i passeggeri dalla scarica dei fulmini. La struttura chiusa dell'auto infatti fa in modo che la tensione si generi solo sulla superficie e che da qui venga scaricata uniformemente al suolo. Tuttavia, come in ogni auto, un fulmine può danneggiare l'elettronica di bordo. Detto questo l'auto elettrica non attira i fulmini più di quanto facciano le auto a benzina o diesel e comunque la possibilità di essere colpiti da un fulmine è estremamente remota.

No, le auto elettriche superano con ottimi risultati gli stessi crash test delle altre auto. Le batterie sono completamente isolate dal resto del veicolo e non esplodono in caso di incidente. Inoltre, poiché a bordo non sono presenti nè olio nè altri combustibili come gasolio e benzina il rischio di incendi o esplosioni è molto basso.

Sì, è possibile ricaricare le auto elettriche in tutta sicurezza anche in caso di pioggia senza alcun pericolo di corto circuiti, danneggiamento dell’auto o di shock elettrici. Ci sono molti livelli di protezione, sia all’interno dell’auto che nel punto di ricarica; se la connessione non è sicura la corrente non passa e tutto il sistema è completamente isolato. Non ci sarebbero pericoli anche qualora un’auto elettrica finisse in mare o dentro una piscina, i raccordi di ricarica sono infatti progettati in modo che la corrente elettrica scorre solo se il contatto fra connettore e veicolo è ben chiuso ed è impossibile l'infiltrazione di acqua nel collegamento.

Si, come nelle auto tradizionali, sistemi elettronici e batteria sono ben protetti dalle infiltrazioni di umidità, dalle intemperie e da ogni liquido proveniente dall’esterno.

No. I veicoli elettrici necessitano di circa tre volte meno energia rispetto alle auto a motore termico tradizionale a fronte della stessa distanza percorsa.

Ciò si deve soprattutto al processo di produzione che sta alla base dell’energia finale utilizzata dall’auto, processo più efficiente del 30% rispetto a quello della benzina.

Un’auto elettrica inquina il 70% in meno di un’auto a benzina e circa il 50% in meno di una a metano. Attualmente l’elettrico è l’unica tecnologia che permette la totale eliminazione delle emissioni di ossidi di azoto e polveri sottili.

Anche le batterie delle vetture elettriche rispettano standard di sostenibilità. Una volta utilizzate in ambito automotive infatti possono continuare ad essere riutilizzate in modo sicuro ed efficiente in altri ambiti che richiedono caratteristiche e prestazioni differenti. Questa flessibilità sposta la necessità dello smaltimento finale di circa 25 anni dal loro primo utilizzo, abbassando così l’impatto ambientale dovuto alla loro produzione.